PROGETTO DI COOPERAZIONE NAZIONALE

P-ART: Una pietra sopra l’altra – Un’arte da custodire

TECNICA COSTRUTTIVA STORICA LOCALE:
RILEVAZIONE DESCRITTIVA DI MANUFATTI

Gruppo di lavoro:
Dott. Ing.
Maurizio Mazzoleni
Dott.ssa
Sara Invernizzi

INDAGINE SULLE EMERGENZE LOCALI DI COSTRUZIONI IN PIETRA A SECCO

RILEVAZIONE DESCRITTIVA DI MULATTIERE

MULATTIERA PER CERESOLE – TORRE DE’ BUSI

IDENTIFICAZIONE:

Sentiero CAI 819 Torre de’ Busi – Carenno

CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE:

– Estensione media di 1,80 metri – Dislivello complessivo 400 metri circa, pendenze circa >9% di media
– Pietre disposte in corsi irregolari per buona parte dello sviluppo; presenza di scalini definiti da cordoli in pietre in conci di medie dimensioni posti orizzontalmente rispetto l’andamento della mulattiera, più o meno accentuati a seconda della ripidezza del pendio
– Pietra calcarea grigia chiara, spesso quasi bianca (sass de la luna, maiolica)
– Presenza di tribuline, muri a secco, ruderi di cascine e stalle
– Attualmente non esistono colture specifiche in quanto le vecchie coltivazioni castanili sono per lo più state abbandonate, così come i ronchi coltivati ad alberi da frutto (si veda ad esempio il toponimo Ceresole, da “cerese” che nel dialetto locale indicano le ciliegie) e coltivazione orticole di cui non resta traccia
– La mulattiera si snoda per la maggior parte in bosco di recente crescita laddove prima erano presenti prati da sfalcio e terrazzamenti coltivati

DESCRIZIONE:

Mulattiera che partendo dalla località Màj di Torre de’ Busi risale il ripido versante meridionale del Monte Brughetto per servire le diverse località poste sul suo percorso, giungendo a scavallare lo spartiacque della Val Fosca fino a Carenno e Sopracornola (Calolziocorte).

La mulattiera in prossimità della località Ca’ di Bert presenta dei muri laterali costituiti da pietre ricavate dallo sbancamento e appianamento dei ripidi versanti della Val Fosca, intensamente lavorati ed utilizzati in passato sia per coltivazioni, che per ricavare legname forte da opera e da combustibile.

Interessante la presenza di muri in pietra a secco che denotano la vocazione agricola dei terreni limitrofi alla mulattiera. In questo caso si vede lo stato decennale di degrado nel quale vertono questi manufatti, presi d’assalto da essenze che li hanno letteralmente inglobati.

EVIDENZE ETNOGRAFICO-STORICHE

L’ importanza della mulattiera si desume anche dalla presenza, sul suo percorso, dei ruderi di una vecchia osteria conosciuta dai locali anche perché era rinomata come casa di piacere fino agli anni ‘50

STATO DI CONSERVAZIONE:

BUONO
NOTE: Sebbene necessiti di alcune opere di sistemazioni, soprattutto in alcuni specifici tratti, la mulattiera oggetto d’indagine si presenta ancora in buono stato di conservazione e offre un ottimo esempio di costruzione in pietra a secco all’interno di un contesto di semi-abbandono.