PROGETTO DI COOPERAZIONE NAZIONALE

P-ART: Una pietra sopra l’altra – Un’arte da custodire

TECNICA COSTRUTTIVA STORICA LOCALE:
RILEVAZIONE DESCRITTIVA DI MANUFATTI

Gruppo di lavoro:
Dott. Ing.
Maurizio Mazzoleni
Dott.ssa
Sara Invernizzi

INDAGINE SULLE EMERGENZE LOCALI DI COSTRUZIONI IN PIETRA A SECCO

RILEVAZIONE DESCRITTIVA DI MULATTIERE

LOCALITA’ MULATTIERA PER SOGNO – TORRE DE’ BUSI

IDENTIFICAZIONE:

Sentiero CAI 823 Torre de’ Busi – Valcava via Colle di Sogno

CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE:

– Larghezza del piano di calpestio variabile, dai 1,50 ai 2,50 metri
– Dislivello di circa 320 metri, pendenze massime > del 9%
– Presenza di cordoni posati a coltello disposti regolarmente nei tratti di maggior pendenza per dividere in gradinate il piano di calpestio, inoltre tutta la mulattiera è caratterizzata dalla presenza di cordoni di contenimento in lunghe e grosse pietre, atte a dare maggiore stabilità al manufatto. Le pietre costituenti il piano di calpestio sono disposte in modo irregolare e a disposizione variabile a seconda della zona
– Pietre locali in calcari grigio chiari e argilliti più scure (meno frequenti salendo di quota)
– Lungo la mulattiera si possono trovare alcune tribuline, una chiesa dedicata ai Morti della Piaga, un vecchio ponte in pietra detto della “Chigaröla” (“cagarella” nel dialetto locale), una vecchia stalla ancora integra, ruderi di altre stalle
– Ambiente boschivo degradato nella parte bassa e più integro nelle vicinanze degli abitati più alti, dove si trovano ancora selve di castagno da frutto curate

DESCRIZIONE:

La mulattiera era largamente utilizzata prima della costruzione dell’attuale strada carrabile; percorre il versante idrografico sinistro delle valli Ovrena e Sonna, sviluppandosi anche su lunghi tratti scalinati.

Al termine dell’inverno la trama della mulattiera è ben visibile anche grazie alla costante pulizia effettuata dai proprietari delle selve castanili da frutto.

Una stazione numerosa di Primula vulgaris abbellisce e colonizza la mulattiera durante i primi mesi della primavera. È solo una delle tante specie botaniche che radicano tra i ciottoli disposti su fondo terroso.
Vegetazione da sottobosco in quanto per gran parte del percorso la mulattiera è sita tra selve castanili e boschi cedui misti.

La sezione laterale della mulattiera è costituita dal muro a secco di contenimento del versante posto a monte (alto circa 40 cm), costruito con le stesse pietre in calcare chiaro che costituiscono i cordoli di contenimento del versante a valle e dei cordoli trasversali, sottili e lunghi, che vanno a comporre la parte terminale del gradone in leggera pendenza (< 9%). I ciottoli che costituiscono il piano di calpestio sono disposti su letto di terra e sabbia, parzialmente coperti da materiali terrigeni di deposito e da una scarsa presenza di vegetazione (da considerare anche il momento dell’anno nel quale sono state effettuate le fotografie, ovvero fine inverno). Si nota anche la presenza di un cordolo costituito da pietre in conci di media grandezza e posto a monte, leggermente staccato dal muro a secco di contenimento. Probabilmente tra il muro e questo cordolo era presente una cunetta per il deflusso delle acque meteoriche, oggi solo intuibile a causa dei detriti che l’hanno riempita.

Sotto la località Ca’ Noa, la mulattiera compie una serie di curve, serpeggiando nel sottobosco della selva castanile da frutto ancora tenuta.
Grazie alle curve, la pendenza del versante di questo lato della Valle della Sonna è vinta. Inoltre in questa visuale dall’alto si nota come i ciottoli impiegati nella costruzione del piano di calpestio, siano diventati di forme meno smussate, in quanto non sono più di origine fluviale, ma residue di scavo di cava.

Il particolare della cordonatura posta a valle, in conci lapidei di dimensioni abbastanza consistenti (mediamente 40×50) e di spessore di circa 40-30 cm, poste a chiudere e a contenere il piano di calpestio

Uno dei tratti meglio conservati è quello in prossimità della stalla di proprietà della famiglia Carenini di Urida. Si nota perfettamente la struttura a gradoni delimitati da cordoni in pietra calcarea locale, disposti verso valle. Non sembra essere presente una cunetta nel lato a monte, ma la stessa potrebbe essere stata coperta da piccoli smottamenti di terra proveniente dai versanti non regimentati da muri di contenimento in pietra, ma semplicemente ottenuti scavando lo spazio per la mulattiera all’interno delle pareti di roccia del versante. Probabilmente il materiale per i cordoni è stato proprio recuperato in loco durante queste operazioni di scavo, mentre i ciottoli che costituiscono il fondo di calpestio sono sempre in calcari locali, ma levigati dall’azione fluviale (quelli più smussati), oppure ricavati da pietrame di scarto di cava (quelli con gli spigoli vivi).

Il ponte in pietra della “Chigaröla” alto circa 5 metri dal greto del torrente Lisegna. Necessita di operazioni di recupero delle balaustre nel rispetto della tecnica costruttiva che prevedeva l’utilizzo di malta ottenuta con sabbie locali.

Nella cartolina d’epoca è ben visibile la mulattiera che risale il versante della valle, tagliando con la linea chiara dei suoi calcari le selve cupe dei castagneti e fungendo da punto di connessione tra le località aggrappate alle pendenze proibitive del Monte Tesoro (in primo piano Barilette, con sopra Urida e Tegiola e infine svettante il campanile di Sogno e infine il nucleo di crinale di Colle di Sogno. Collezione Andrea Meoli.

EVIDENZE ETNOGRAFICO-STORICHE:

La mulattiera, a detta degli abitanti del luogo, era manutenuta regolarmente da loro stessi laddove necessario

STATO DI CONSERVAZIONE:

BUONO